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Forest Stewardship Council Italia
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(In)materiale: l’essenza del legno nel design

Il designer padovano Andrea MaragnoIl designer padovano Andrea Maragno

Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Andrea Maragno (JoeVelluto Studio), senior designer tutor del workshop organizzato da FSC Italia e Leroy Merlin, a proposito del legno e del suo futuro: un materiale in bilico tra innovazione e tradizione, capace di metterci in contatto con il Pianeta.

Iniziamo proprio dal titolo del concorso a cui parteciperai in qualità di senior designer tutor, How wood it be?: cosa ti immagini per il futuro del legno? Il mondo del design, ma non solo, sta passando sempre di più da uno stato materiale ad uno immateriale: pensiamo ad esempio alla sempre più massiccia presenza degli smart objects e dell’internet of things. Credo che all’interno di questi contesti un materiale come il legno debba mantenere intatta la sua anima, o meglio, la sua essenza. É un materiale vivo, in costante mutamento e già di per sé intelligente, smart.

In un futuro fatto di stampanti 3D, ritieni che sia ancora possibile parlare di innovazione nel design di oggetti e arredi in legno? Personalmente non sono contro la tecnologia, ma non credo che tutto si possa fare grazie a questa. L’innovazione si crea adattando il passato al presente, unendo la tradizione all’avanguardia; credo quindi che il legno possa rappresentare un tassello concreto molto importante per la ricerca nel design.

Nell’edizione precedente sei stato chiamato a collaborare come membro della giuria, quest’anno sarai il tutor che guiderà i partecipanti del workshop a progettare un prodotto per Leroy Merlin. Cosa ti ha spinto a confermare anche per quest’anno il tuo impegno nel progetto di FSC Italia? Sono molto legato al rispetto dell’altro, a qualsiasi essere vivente, e il nostro ambiente è il luogo che ci ospita per la nostra “visita” in questo meraviglioso Pianeta. Credo che tutto sia interconnesso e interdipendente, e quindi confermare il mio impegno al progetto di FSC è fonte di soddisfazione ed orgoglio.

Dall’inizio della tua carriera di designer hai riscontrato nei tuoi committenti un cambiamento della consapevolezza rispetto a tematiche ambientali? E per quanto riguarda il mondo accademico? Pensi ci sia una maggiore presa di coscienza anche da parte degli studenti? Per quanto riguarda i miei committenti devo dire esistono sensibilità completamente opposte: c’è chi ha una consapevolezza rispetto alle tematiche ambientali molto sviluppata e chi invece non considera nemmeno l’argomento.
Nel mondo accademico invece questa attenzione da parte di un target più giovane, come gli studenti, pare sia molto più sviluppata. Al giorno d’oggi c’è molta più informazione rispetto ad una volta, e quindi anche il rapporto con l’ambiente è cambiato: si è finalmente capito che il nostro mondo è un grande essere vivente e va rispettato.

Pensi che un progetto sostenibile possa rimanere competitivo anche economicamente mantenendo sempre un’alta qualità? Sinceramente credo che ci voglia ancora un po’ di tempo, anche se nel mio piccolo vedo dei progressi (mi riferisco soprattutto alle bioplastiche).

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